Jannik Sinner è per il secondo anno su due in finale del Six Kings Slam. Sarà di nuovo il confronto tra l’italiano e Carlos Alcaraz, tra due giorni, ad accendere Riad per la sua multimilionaria esibizione. Novak Djokovic anche questa volta, come ormai da quasi due anni, non può nulla e deve cedere il passo con il punteggio di 6-4 6-2 in poco più di un’ora di gioco (una e 3 minuti, per l’esattezza).
Prime fasi forse tranquille nel punteggio, ma certo non nel gioco, con già degli scambi lunghi che si chiudono a rete capaci di entrare dritti nelle highlights del match. Appena può, però, Sinner prende campo con il dritto e di lì anche la rete: è così che sull’1-1 guadagna la prima palla break. Djokovic cerca il serve&volley, ma gli riesce malissimo: 2-1 Jannik. La qualità del gioco resta alta e il serbo comincia a infilare anche alcuni punti di indubbio interesse, ma il pallino del gioco ce l’ha in mano il numero 2 del mondo, che peraltro serve molto bene. Il set lo chiude con 9 ace: 6-4 in mezz’ora.
Il primo game del secondo parziale è un vero e proprio manuale di risposta di Sinner, che trova subito due palle break e, per mezzo di un passante di rovescio che gli esce perfidamente buono in modo anche un po’ fortunoso (tant’è che si scusa), va subito sull’1-0. Jannik è sostanzialmente inavvicinabile al servizio e sfrutta quei momenti in cui Djokovic qualcosa sbaglia: nel quinto gioco c’è un’altra situazione di 30-40, sulla quale Djokovic perde il rovescio a seguire la seconda e consegna in mano all’italiano il 4-1. Sinner, in questa fase, perde qualche palla di troppo e offre un 15-40 al serbo, ma tra geometrie perfette e una palla corta con rovescio a seguire non viene lasciato scampo. Di lì in avanti tutto procede senza scossoni e il 6-4 6-2 si fa reale.
Sono alla fine 10 gli ace di Sinner contro i 2 di Djokovic, ma conta tanto l’81% di punti vinti con la prima rispetto al 65% del serbo. Una performance, per buona misura, che lascia sensazioni di ottimo livello circa lo stato del numero 2 mondiale, ora atteso di nuovo alla sfida che ormai monopolizza il tennis mondiale per ampio distacco.