Dario Puppo, con la compagnia di Massimiliano Ambesi e Guido Monaco (qui riportato), ha come d’uso condotto TennisMania, il programma in diretta sul canale YouTube di OA Sport. A Parigi la questione inizia a diventare sempre più interessante, con retroscena che vanno dalla capitale francese ad Atene e poi, di riflesso, a Torino.
Sul match di oggi: “Zverev è un pericolo un po’ meno di Medvedev, il russo avrebbe cercato di allungare ancora di più gli scambi rispetto al tedesco. Shelton è stato dominato il lungo e in largo da Sinner, c’è stata poca storia. Spesso Sinner ha il fiatone dopo gli scambi lunghi, però li vince… Se Zverev prova a giocare una partita attendista, viene rullato contro Sinner. Se invece prova un tennis più propositivo, non credo che ce l’abbia nelle corde“.
Poi c’è il tema Finals tra Musetti, Djokovic e i tanti annessi e connessi: “Djokovic non dice niente a proposito della sua rinuncia perché ha un torneo organizzato dalla sua famiglia ad Atene. Per cui temporeggia. Però al tempo stesso se il manager storico di Djokovic, che è lo stesso di Musetti e Berrettini, ha idea delle idee di Djokovic, e Musetti decide comunque di andare ad Atene, i casi sono due: o davvero Djokovic ha intenzione di andare a Torino oppure è uno scambio merci. Ovvero Djokovic chiede a Musetti di andare ad Atene per dare lustro al suo torneo e, per ricambiare, non andrà a Torino. A pensar male…“.
E ancora sulle scelte del toscano: “Per Musetti sarebbe stato più logico andare a Metz. Io sono convinto che alla Finals ci va, dobbiamo capire se ci andrà da titolare o da riserva. La testa mi dice che Djokovic non vada a Torino, ma la pancia mi dice che ci sarà. Saltare due volte di fila le ATP Finals potrebbe dare fastidio agli sponsor“.
Poi c’è il tema dei campi più o meno veloci: “Sfatiamo un mito: i campi velocissimi non piacciono a nessuno. Poi ci sono giocatori che riescono ad adattarsi meglio. Sinner a Cincinnati aveva fatto fatica, era stato preso molto in velocità in quei pochi game con Alcaraz. Il suo servizio si stava già incasinando. Adesso ha trovato degli automatismi, si è tolto dei dubbi che lo mandavano fuori tempo con la battuta a New York. Il fatto che lui da n.2 cerchi continuamente delle aggiunte è un altro segnale della sua mentalità“.
Quindi spezza una lancia a favore del campione di Wimbledon: “Sinner ha il fiatone? Per me è più normale rispetto a quando Djokovic, anni fa, sembrava aver fatto una passeggiata dopo uno scambio lungo“.
E poi afferma quello che chiunque dovrebbe aver notato non da adesso, ma al più tardi dal 2022: “Sinner non è agonisticamente quell’agnellino che alcuni pensano, ma è un fighter, un killer silenzioso. E’ tutto tranne che molle… Pretende molto dalle persone intorno a sé, in questo è molto simile a Djokovic“.









