Zlatan Ibrahimovic è tornato al centro di allenamento del Milan sabato, tre settimane dopo la sua ultima apparizione. La sua lunga assenza aveva alimentato le voci su un ruolo ridotto alla luce del futuro scossone al front office. Ha partecipato al primo round di colloqui per assumere un nuovo direttore sportivo con il proprietario Gerry Cardinale, ma poi l’amministratore delegato Giorgio Furlani ha preso in mano il processo, informa La Gazzetta dello Sport. L’influenza dell’icona svedese sulle decisioni del club subirà un colpo dopo la nomina. Non ha un ruolo ben definito all’interno del front office. È tecnicamente un consulente del governatore ed è sotto contratto con Red Bird Capital. Il Milan intende mantenere un approccio collegiale anche dopo aver aggiunto un nuovo dirigente a Furlani, Ibrahimovic e Geoffrey Moncada, che tornerà a occuparsi innanzitutto dello scouting. Non si può escludere un candidato dall’estero, ma i vertici stanno dando la priorità a qualcuno con precedente esperienza in Serie A. Fabio Paratici, Igli Tare e Tony D’Amico dell’Atalanta sono in testa. I piani alti hanno la stessa preferenza per il loro prossimo allenatore e persino per la squadra. Il capo dovrà essere un leader riconoscibile e non un azzardo e legare subito con i giocatori. Non è successo con Paulo Fonseca. Pietro Comuzzo e Lorenzo Lucca sono nella lista dei desideri per l’estate, a patto che i loro cartellini dei prezzi non siano troppo alti. La nostra opinione su Milan e Ibrahimovic Sarebbe stato più strano se un consulente e non l’amministratore delegato avesse avuto più potere. La loro nuova assunzione dovrebbe semplificare ulteriormente il processo decisionale dopo una campagna completamente confusa, evitando, si spera, lotte di potere.
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Il post Ibrahimovic mostra la faccia ma il ruolo del Milan potrebbe ridursi è apparso per la prima volta su The Cult of Calcio.
