Casper Ruud è impegnato in questa settimana nell’ATP 250 di Stoccolma, nel quale ha raggiunto comodamente i quarti di finale battendo Marin Cilic. Il norvegese, riconosciuto per essere uno dei tennisti più educati e sportivi del circuito, non ha però digerito la scelta sull’allungamento dei tornei Masters 1000, criticando senza giri di parole la situazione.
Con la franchezza che lo contraddistingue, l’ex numero 2 del ranking, si è così espresso sul nuovo format del Masters 1000: “Personalmente, non sono un grande fan dell’estensione della durata di quasi tutti i tornei Masters 1000. Significa stare più tempo lontano da casa. So che, in teoria, questo formato dovrebbe promuovere il nostro sport, generare più entrate economiche agli eventi, attrarre più pubblico e aumentare il prize money di tutti i tennisti. Capisco quella visione. Ma ho sperimentato sia la vittoria sia la sconfitta al primo turno, e posso dire che questi tornei mi sembrano più lunghi del necessario”.
“I Masters 1000 di Montecarlo e Parigi sono esempi perfetti di quanto possano essere interessanti questi eventi con una settimana di durata. Come appassionato, mi diverto molto di più a quegli eventi, con partite impegnative fin dall’inizio, rispetto a quelli di due settimane. Ma sento che l’ATP va da una parte e i tennisti dall’altra”, ha poi continuato.
Soffermandosi infine sulla logistica e sugli spostamenti: “Se perdi al primo turno a Indian Wells, giochi a Miami due settimane dopo, ciò comporta molti giorni di spese poiché alloggio e cibo non sono pagati al di fuori dei tornei, e devi affrontare il pagamento dello stipendio del tuo team di lavoro nelle settimane in cui non gareggi e devi rimanere negli Stati Uniti. È evidente che, alla fine dell’anno, riceviamo compensazioni economiche con vari bonus, ma per poter accedervi devi aver giocato un numero specifico di tornei”.