Jannik Sinner avrebbe preferito far ritorno a Montecarlo con un morale decisamente più alto di quello con cui ha lasciato Shanghai. Il n.2 del mondo in queste ore sta facendo ritorno nel Principato, dopo il ritiro nella sfida degli ottavi di finale del Master1000 asiatico contro l’olandese Tallon Griekspoor.
Trionfante a Pechino (Cina), l’azzurro sperava di replicare il medesimo risultato nell’evento asiatico, dando seguito alla striscia positiva. Le cose sono andate diversamente. Le condizioni di gioco si sono rivelate un problema per lui, come anche per il resto dei tennisti. I sette ritiri alla fine del terzo turno parlano chiaro. Inoltre, il poco tempo di adattamento al nuovo torneo, dovendo affrontare due partite in due giorni, ha rappresentato un’ulteriore criticità.
Jannik non è stato in grado di chiudere la partita in due set come avrebbe sperato, non sfruttando alcune opportunità nel secondo parziale anche per merito del suo avversario. E così il sopraggiungere dei crampi ha reso impossibile la prosecuzione della sfida. Diversi si stanno interrogando sulla ricorrenza di certe situazioni: la febbre a Cincinnati, l’indisposizione intestinale a Pechino e poi i citati crampi a Shanghai.
Per tutte queste ragioni, oltre al riposo, Jannik si sottoporrà a dei test fisici per studiare un piano d’azione in vista della chiusura di stagione, per prevenire il replicarsi di queste problematiche. Il prossimo impegno dovrebbe essere l’esibizione di Riad, la nota Six King Slams, in programma dal 15 al 18 ottobre in Arabia Saudita. A seguire l’azzurro giocherà a Vienna e probabilmente anche a Parigi (indoor) prima dell’impegno nelle ATP Finals di Torino.