Il gioco e vietato ai minori e puo causare dipendenza patologica –
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ATP Shanghai 2025: Djokovic e Rune in cerca dei quarti nella parte bassa senza padroni

Cominciano gli ottavi di finale a Shanghai, nel Masters 1000 cinese che sempre più è sotto accuse ragionevolmente definibili come roventi. Il lunedì, perlomeno, ha parzialmente risparmiato questioni, ma quanto offerto dalla settimana precedente tra malori, ritiri e quant’altro sarà ricordata. E il problema è che l’ATP aveva già il precedente di Cincinnati, mentre la WTA da più di 10 anni ha una heat policy rule in essere. Forse sarebbe il caso di prendere esempio da lì.

Programma che parte con la sfida tra il canadese Gabriel Diallo e il belga Zizou Bergs, giocatori piuttosto diversi per stile: parte molto dal servizio per l’uno, c’è una solidità di gioco unita a un certo estro che si lasciano osservare per l’altro. In ogni caso, per adesso è andata meglio a Diallo, che conduce 2-0 nei precedenti e, oltretutto, li ha entrambi vinti quest’anno. Ed è il terzo confronto su tre superfici diverse nel 2025.

Uno dei due potrebbe essere l’avversario di Novak Djokovic, ammesso che il serbo riesca, dopo la fatica molto più grande del dovuto contro Hanfmann, a battere lo spagnolo Jaume Munar, autore quest’anno di una grande stagione sul veloce. Sarà di nuovo sessione serale per l’ex numero 1 del mondo, che solo una volta ha affrontato il suo avversario odierno. Era un’altra epoca, il Roland Garros 2018, ed era un secondo turno in uno dei tornei dove c’erano segnali di ripresa dati da colui che, nei successivi cinque anni, avrebbe riscritto diversi record della storia del tennis.

Tornando sulla sessione diurna, la sfida che la chiude è una di quelle che lasciano molto pensare. Già, perché in molti hanno osservato Giovanni Mpetshi Perricard piegato in due al pari di Taylor Fritz in alcuni dei loro conclusivi scambi del loro match di terzo turno, quello vinto dal francese. E proprio di lui e di tanti altri si è interessato Holger Rune quando il danese è stato privo di mezze misure nel dire, fondamentalmente, ciò che si riassume in un “Volete che ci scappi il morto?”. Il concetto era lo stesso di Medvedev, che lo espresse agli US Open. E, con l’umidità ai livelli visti a Shanghai, è difficile stare in campo delle volte. 1-1 il bilancio tra i due: vittoria del francese a Basilea 2024, il torneo in cui si è rivelato, rivincita del danese quest’anno in Canada.

Per quel che concerne la fine del programma, invece, c’è l’accoppiamento che non t’aspetti, provocato soprattutto da altrui malesseri. Da una parte Valentin Vacherot, dalle qualificazioni allo status di primo monegasco della storia a vincere tre incontri in un Masters 1000 (ma non primo agli ottavi: Benjamin Balleret li raggiunse a Montecarlo 2006, quando i turni per vincere erano sei e non sette). Dall’altra Tallon Griekspoor, l’olandese che al meglio delle sue capacità usa gli schemi basati su servizio e dritto in una maniera che non moltissimi al mondo sanno eguagliare. Poteva essere Machac-Sinner, capita invece questo confronto che ha diversi motivi d’interesse (anche perché Vacherot ha fatto di tutto per emergere finora, avendo anche un tennis di un buonissimo livello).

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